Rischiavo di dimenticarmi di questo mio viaggio a Londra e oggi ho deciso di scriverlo qui.
Una sorpresa e una piccola dose di orgoglio.
A Londra si era messo a nevicare di brutto, quella mattina di marzo 2008. Evento raro. A Londra, pioggia, vento, umidità, puoi averli sempre, neve quasi mai, neppure d’inverno. I ragazzi si affrettavano allegri, sguazzando nelle loro sneakers inzuppate d’acqua su per lo scalone d’ingresso della National Gallery. I musei sono provvidenziali per i turisti in caso di maltempo persistente.
Io andavo dritta a una delle sale, con uno scopo preciso: rivedere il nome di Marradi nel luogo più squisito, raffinato e inebriante – per chi ama l’arte, si intende – di tutta la Galleria.
È la sala 26 dell’ala Sainsbury. Là dentro ci trovi “Venere e Marte” di Botticelli. Vedi Venere, la femmina, vestita e pettinata di tutto punto, altera, esigente, che guarda Marte, il maschio, nudo, stremato, immerso in un sonno profondo. Di fronte a questa pittura, che potresti restare a guardare per ore, ce n’è un’altra, ancor più emozionante, eccentrica. L’ha dipinta Piero di Cosimo, fiorentino, agli inizi del 1500: una ninfa giace morta su di un prato fiorito, colpita alla gola. Alla sua sinistra un satiro, mezzo uomo e mezzo caprone, si china commosso su di lei, le scosta i capelli dalla fronte pallida. Alla sua destra un cane piange e la guarda desolato.
Ebbene, in questo contesto sublime appare il nome di Marradi. e precisamente il nome del “Maestro di Marradi”, l’artista misterioso e anonimo che gli storici dell’arte chiamano in questo modo perché a Marradi conserviamo i cinque quadri più importanti di tutta la sua produzione. Nella sala, proprio ai piedi della pittura di Sandro Botticelli, è esposto un mobile dipinto dal Maestro di Marradi sul finire del 1400. È un cassone da corredo, di quelli che le ricche famiglie fiorentine ordinavano per le nozze della figlie alle più rinomate botteghe della città. Raffinatamente elegante, posato su zampe leonine, ornato di cornici e colonnine dorate, presenta sulla parte anteriore un pannello sul quale il Maestro di Marradi ha rappresentato un episodio di storia romana.
Il dux romano Furio Camillo assedia la città etrusca di Falerio. Dalla città assediata scende a lui un maestro, un traditore, che gli offre in ostaggio i suoi scolari, figli dei più illustri cittadini di Falerio. Ma il generale romano, incorruttibile, rifiuta la sleale proposta e rimanda indietro il maestro traditore in catene. La storia è raffigurata dal pittore nei suoi tre momenti culminanti, e in abiti moderni, come in un fumetto .
Sono rimasta a lungo nella sala. Mi interessava vedere se i visitatori, gente di tutto il mondo, mostravano interesse per quel cassone e leggevano la targhetta con la scritta “Maestro di Marradi etc.“ I più erano attratti dalle pitture alle pareti , ma parecchi guardavano con attenzione anche il mobile, e molti si sono accostati a leggere la targhetta. Qualche signora si è persino chinata per vedere da vicino i dettagli delle immagini dipinte.
Dopo di che, sono andata nell’enorme area shopping della Galleria dove ho acquistato per 15 sterline una perfetta stampa digitale del cassone, da portare orgogliosamente con me a Marradi.