2018
IL FESTIVAL
MARRADI CAMPANA INFESTA (s)Confine” 2016
Attorno a confine/sconfine/accoglienza e altro
Dopo (s)catastrofe del 2014 e (s)snodo ,del 2015, l’infestazione continua anche quest’anno affrontando il vasto tema del confine/sconfine. L’artista Stefano Scheda, con i suoi allievi dell’Accademia di Belle Arti di Bologna – corso “strategia dell’invenzione”, in collaborazione con la performer e arte terapeuta Mona Lisa Tina, l’artista Serena Piccinini e il designer Francesco
Benedetti, propone la terza edizione di “MARRADI CAMPANA INFESTA (s)Confine”, 2016;
Capita che anche in un piccolo paese confinato fra le montagne di una valle, nasca un poeta considerato in vita elemento straniante alla comunità perché ha voluto gridare il suo progetto
esistenziale. Campana in questo luogo ha patito, ma è anche riuscito a trovare un suo sguardo d’incanto “fuori dell’industria del cadavere”. Questi i conflitti pretestuosi che hanno riportato, dopo tanti anni di assenza, Stefano Scheda a Marradi, suo paese d’origine ,trascinando con se gli allievi del suo corso e alcuni artisti, su questo territorio di confine fisico/mentale. Dino Campana
resta sempre un punto di riferimento spirituale della manifestazione artistica Marradese perché, la sua opera e la sua biografia costituiscono il supporto intellettuale e psicologico per ritornare a Marradi con gli occhi “visionari” di chi l’ha già “guardato” conservando un rapporto privilegiato e di elezione con questo padre assente nel CORPO/VITA della poesia RI-LETTA. I CANTI ORFICI sono anche CANTI ORFANI nella soglia bipolare/bifronte dello smarrimento di un altrove, che è anche nostro.
Al di là dell’argomento specifico, che ogni anno è affrontato su diversi piani di lettura, la ricerca artistica che si porta avanti con questo progetto vuole essere uno studio attento dei comportamenti e delle relazioni tra gli individui coniugato non solo attraverso il linguaggio delle arti visive, ma anche attraverso quello della cultura tutta (filosofia, letteratura, psicoanalisi, antropologia…). Differenti Approcci teorici creano sinergie, rompendo la distanza dei ruoli tra le
persone e le scale sociali di appartenenza. Obiettivo generale di questo ampio progetto artistico è di sostenere prima di tutto un dialogo aperto e arricchente con chiunque ne prenda parte, definendo una nuova forma di “Societing”.
Marradi è così diventato in questi anni, grazie al Festival, l’occasione per un incontro interdisciplinare ampio ,con gli abitanti, gli artisti e alcune delle personalità più interessanti della cultura italiana e internazionale fra cui, nelle passate edizioni, ricordiamo: Piergiorgio Odifreddi, matematico e saggista, Matteo De Simone, psicoanalista, Erasmo Silvio Storace, filosofo, Ubaldo Claudio Cortoni, teologo Mili Romano artista e antropologa.
Finalità
Il Festival persegue la volontà di richiamare un pubblico attento e sensibile a forme artistiche multisensoriali, posizionando Marradi e la valle del Lamone come destinazione di interesse per un turismo alla ricerca di esperienze emozionali e di natura relazionale e partecipativa. Gli abitanti e i loro “vicini di confine” si trasformano in “turisti a casa propria” apprezzando consapevolmente la ricchezza e la bellezza del proprio territorio. Pellegrini in cerca di una patria emozionale si faranno adottare da Marradi infestandosi, vivendo e partecipando le performaces e gli eventi ideati per stare diversa/mente insieme.
Marradi, luogo di confine, microcosmo architettonico e sociale, diventa prototipo rappresentativo per un’indagine esponenziale e dinamica sul campo, creando un modello di studio scientifico e campionamento statistico complesso, monitorando di anno in anno se e cosa il Festival modifichi
nel territorio e nei suoi abitanti, anche come percezione realtà/cultura/arte..
L’intento è quello di trovare un’alternativa di respiro culturale che a partire dalla messa in discussione degli stessi Artisti, possa comunque spostare, come diceva Strehler ,”anche solo di un millimetro il mondo ,in un processo di miglioramento della propria e l’altrui esistenza”.
La sfida nella sfida è di andare oltre il proprio individualismo e presenzialismo, offrendo a tutti, personalità pubbliche e non, uno spazio di riflessione e confronto, coinvolgendo anche gli studenti più meritevoli del Corso di “Strategia dell’invenzione” del Professor Stefano Scheda all’Accademia di Belle Arti di Bologna coi Workshop della performer Mona lisa Tina e dell’artista Serena Piccinini, del designer Francesco Benedetti, dell’esperto sulla realtà territoriale Angelo Filipponi ,del prezioso supporto tecnico logistico di Maurizio Brunetti, Andrea Sartoni e Giuditta Gigli (della compagnia per non perire d’inedia) ,della consulenza organizzativa di Licia Faggella ,del supporto
fotografico di Nedo Zanolini e di altre indispensabili figure di volontari che collaborano con attiva partecipazione.