Ci sono luoghi che nascono con una vocazione, come questa storica dimora di campagna che, dal 1772, sorge nel cuore di un piccolo borgo al confine tra Romagna e Toscana, proprio lungo quella linea che, per secoli, ha rappresentato la frontiera tra lo Stato Pontificio e il Granducato.
Tuttavia un confine può diventare soglia prima e invece d’essere frontiera.
Proprio a questo paradigma, “alla sfida del confine e all’occasione dell’ospitalità”, si sono ispirati Giancarlo e Anna Rita, quando nel 2017 hanno aperto agli ospiti il primo piano della loro casa, abbracciata per due lati dal verde rigoglioso di un giardino ricco di angoli adatti all’ozio e alla meditazione. Una casa che da sempre ha ospitato artisti, pittori e musicisti e, per questo, soffusa di un’atmosfera di particolare suggestione.
Quella dell’ospitalità, per Giancarlo e Anna Rita, è stata una scelta fatta dopo essere stati per quattro decenni impegnati nelle pratiche di salute mentale, dove si sono dedicati proprio all’esercizio gravoso e appassionato di trasformare confini resistenti ed escludenti, in soglie d’incontro conversante e conviviale.
E questo vogliono continuare a fare, lavorando oltre la gestione della dimora, a tessere ‘comunità’ per offrire un’ospitalità discreta e premurosa, ma soprattutto reciproca, che permetta cioè nel momento in cui si ospita l’Altro di scoprirsi l’Altro dell’Altro, e come tale essere ospitati dall’ospite.